Arrivati a Bagnoregio, decidiamo di parcheggiare la macchina in centro, pensando che una bella passeggiata possa essere un ottimo inizio per la nostra visita a Civita.
In effetti la passeggiata si dimostra piuttosto lunga e il primo pensiero è… che a fine giornata dovremo tornare indietro!
Vabbè nessun problema oramai la macchina è lontana e davanti a noi solo la voglia di conoscere questo paese che tanta curiosità ha suscitato dentro di noi.
Un Borgo Etrusco con una storia alle spalle di 2500 anni, in provincia di Viterbo, nella Tuscia Laziale.
Mi piace definirlo un paese nella terra di mezzo, un paese di confine tra Lazio, Umbria e Toscana. Un bel mix che ritrovi nel dialetto delle persone e che si fa forte anche nella tradizione culinaria.
La prima tappa obbligatoria, perché prima porta di accesso alla Civita, è il Belvedere, che ci regala il primo affaccio privilegiato sulla città.
La vedi arroccata su uno sperone di tufo, immersa nella valle dei Calanchi, solchi nel terreno, dipinti e modellati sotto la continua erosione del vento e della pioggia.
Il panorama è magnifico, un palcoscenico perfetto per foto indimenticabili, ma se guardo bene ciò che mi sta di fronte, vedo una città malinconica e fragile, con un futuro oramai segnato.
Purtroppo da secoli, subisce la fortissima erosione degli agenti atmosferici che la sgretolano lentamente ed inesorabilmente. La storia ci dice che i diversi crolli avvenuti nei secoli, hanno fatto sprofondare e scomparire per sempre, edifici e chiese di grande valore.
Ma forse questo senso di precarietà e di fragilità, la rendono ancora più suggestiva e misteriosa, e dopo esserci stata capisco il motivo per cui attira ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo. E ancora dopo averla conosciuta da vicino, noi preferiamo definirla ed immaginarla, non come la città che muore ma piuttosto come “la Città che non vuole morire”💓
Proseguendo la passeggiata dal Belvedere, si scendono diversi scalini e si percorre la strada che porta dritta all’unica via di accesso a Civita: il suo ponte.
Al primo sguardo questo ponte “moderno” e in cemento armato, mi fa un po’ strano rispetto al contesto; scambiando però alcune parole con i cittadini del posto, mi viene spiegata la storia e capisco che è stata una scelta obbligata: il terreno tutto intorno a Civita subisce nel tempo continue frane. Un tempo era unita a Bagnoregio con una striscia di terra che però via via franava; nel 1923 venne costruito un ponte in muratura ed archi che però venne danneggiato a sua volta, sia dalle continue frane che dai soldati tedeschi in ritirata, e quindi nel 1944 venne demolito e al suo posto fu costruito quello attuale.
Nel 2020 il ponte è stato intitolato ad Alberto Sordi e Fellini, amici inseparabili che hanno reso celebre Civita con film diretti ed interpretati proprio tra i vicoli del Borgo italiano.
Se volete saperne di più, cliccate qui https://www.ilviterbese.it/2020/08/03/il-ponte-di-civita-di-bagnoregio-intitolato-a-sordi-e-fellini/
Il ponte è percorribile solo a piedi, anche se negli ultimi anni, il Comune ha permesso l’accesso ai residenti, con bici e scooter.
Inoltre è presente un servizio (effettuato con macchinine elettriche a 4 ruote) che porta fin dentro il Borgo le persone disabili, anziane o chi ha difficoltà ad arrivare a piedi.
L’ accesso al Borgo è a pagamento, al momento della nostra visita (giugno 2021) il costo è stato di 5 euro. Soldi che vengono poi investiti dal comune per opere di rafforzamento e conservazione dello stesso.
Percorrere i suoi 300 metri è un’esperienza magnifica, l’impressione è quella di essere sospesi nel vuoto e davanti a noi quel bocciolo che custodisce un Borgo antico.
Alla fine del ponte un ultimo sforzo, un’ultima gradinata fino a Porta Santa Maria, l’unica porta rimasta per entrare a Civita. Fu scavata nel tufo dagli Etruschi: ad ornare la porta, come se facessero la guardia, due leoni con una testa umana tra le zampe, simbolo della liberazione del paese dai tiranni.
Una volta varcata la porta Santa Maria, e percorsi i pochi metri sotto l’arco, si è catapultati in un’altra epoca. Un luogo tranquillo e rilassato per niente triste come si può pensare conoscendone la conformazione geologica.
I residenti si contano sulle dita delle mani, ma vivere a Civita non deve essere facile, raggiungerla non è molto pratico ed immediato e per avere i servizi devi comunque andare a Bagnoregio.
Ma passeggiando per le sue vie, ci si rende conto della voglia di non essere definita una città fantasma. In tutto il Borgo si respira un’atmosfera vivace e solare, grazie anche al brulicare delle migliaia di visitatori che ogni anno arrivano per visitarla.
Gironzolare senza meta, attraverso le sue strade in pietra, i suoi vicoli e i suoi scorci unici al mondo; osservare con curiosità le sue caratteristiche abitazioni con le scale esterne in pietra e i balconi adornati di fiori, ci ricordano la sua storia Rinascimentale e Medioevale ed è veramente il modo migliore per godersi la giornata.
E se fa caldo o si è stanchi, ci si può fermare un attimo a bere qualcosa di fresco in uno dei numerosi bar o ristoranti che sono presenti ad ogni angolo.Sbucando da un qualsiasi vicolo ci si trova davanti Piazza San Donato con la sua omonima chiesa e il campanile.
La caratteristica che mi piace tantissimo è l’assenza della pavimentazione e al suo posto un mix di terra battuta e sassolini che le donano un aspetto realmente medioevale!! Sembra di essere davvero in quell’epoca! e poi è uno spazio molto grande rispetto al paese che di per se è piuttosto raccolto;
Il punto panoramico più bello è accessibile dal così detto “Giardino Del Poeta“, proprio in fondo all’abitato dalla parte opposta della Porta Santa Maria.
Si tratta di un giardino privato, abbastanza curato, a cui si può accedere gratuitamente, in cambio di un’offerta o dell’acquisto di un prodotto dell’azienda agricola di cui fa parte.
In pratica si entra si fa il giro del giardino e si ha l’affaccio sui Calanchi da un punto privilegiato.
Osservando con attenzione la valle ci si rende conto della precarietà di questo luogo magico. Anche per quella manciata di minuti in cui ci si sofferma ad osservare il paesaggio, si ha l’impressione che i Calanchi si muovano e si modellino sotto i nostri occhi.
Il percorso porta poi obbligatoriamente a passare dal negozietto e li comprare prodotti bio, tipo marmellate o pasta di grano. Sicuramente vale la pena per avere un selfie su un panorama veramente unico!
Non ci sono molte strutture dove dormire all’interno della Civita, e quelle che ci sono non sono molto economiche, ma il contesto è unico e quindi vale sicuramente la pena, pernottare almeno una notte.Passare alcune ore in visita a Civita di Bagnoregio, è sicuramente un’esperienza entusiasmante da fare almeno una volta nella vita e portare dentro di se per sempre la sua magia.
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