Oggi vogliamo portarvi a Gubbio, un bellissimo Borgo Medioevale, situato in Umbria quasi al confine con le Marche, e soprannominato “città grigia” per il colore compatto e lineare dei blocchi di calcare con cui sono costruiti i suoi edifici.
Feudo dei Montefeltro e dei Della Rovere nel periodo delle Signorie, conserva il suo carattere e aspetto Medioevale, ben visibile sia nella fisionomia dei suoi palazzi, che per come sono le sue vie: parallele e collegate le une alle altre attraverso scalinate, salite e vicoli tutti da scoprire.
Oggi vi porteremo nel centro storico che come abbiamo fatto noi in 4/5 ore si riesce a visitare.
Nella passeggiata verso il centro storico vero e proprio, un susseguirsi di deliziose stradine di pietra e antichi ponti, riportano alla mente scenari lontani, di cavalieri, menestrelli e giare colme di ottimo vino, il tutto accompagnato da musiche medioevali.
In vari momenti dell’anno, il Borgo mette in scena feste e tradizioni a cui varrebbe la pena assistere (15 Maggio corsa de Ceri, ultima domenica di Maggio sfida contro i Balestrieri di Sansepolcro, 14 agosto Torneo dei Quartieri, (giornata interamente dedicata al Medioevo con la sfida al tiro con la balestra dei quattro quartieri di Gubbio) e poi nel periodo Natalizio, dal 7 dicembre al 6 gennaio, regala al visitatore, uno spettacolo di luci ed atmosfere uniche, con i suoi presepi ma soprattutto con l’ albero di Natale più grande al mondo.Arrivando dalla strada principale, sulla parte bassa della città, comodi parcheggi a pagamento permettono di lasciare la macchina e iniziare a piedi la salita alla scoperta degli angoli più suggestivi del Borgo.
Il primo assaggio di Gubbio, lo si ha arrivando nell’armonioso complesso architettonico composto da Piazza Grande, Palazzo dei Consoli, Palazzo Pretorio; ma andiamo con ordine:
Dovevano essere molti i Monaci da dissetare!! 🙂
Proseguendo la salita, si arriva al Duomo Di Gubbio.
Vale la pena percorrere la scalinata esterna e dare un’occhiata all’interno per ammirare l’effetto scenografico dato dall’unica navata centrale formata da 10 arconi ogivali.
Di fronte al Duomo si trova il Palazzo Ducale, costruito a partire dal 1476 per volere di Federico di Montefeltro. E’ frutto dell’ampiamento e della trasformazione di alcuni edifici medioevali già esistenti. L’edificio è molto sobrio, gode di una bella vista sulla valle e sulla città e presenta una corte rinascimentale molto bella.
Per tornare giù verso la Piazza Grande basta prendere uno dei tanti vicoli in discesa e con una bella passeggiata si arriva in basso. Durante il tragitto si incontrano tanti ristorantini tipici e botteghe di souvenir
Passeggiando per le tante vie che collegano la parte bassa della città con la Piazza Grande, si incontra, in un piccolo spiazzo, il Palazzo del Bargello e di fronte ad esso l’omonima fontana, detta anche “fontana dei matti“. La tradizione vuole che il visitatore compia tre giri di corsa intorno alla fontana, mentre altre persone lo schizzano di acqua, in questo modo acquisisce la “patente di matto” della città…. matto in senso di buffo, che sta allo scherzo.
Ecco il nostro video.
Se vi va di fare una cosa divertente vi consigliamo di seguire le indicazioni per arrivare alla funivia di Gubbio. Parte dal quartiere Sant’Andrea e arriva sul monte Ingino dove si trova la Basilica di Sant’Ubaldo.
Una serie di gabbiette, proprio come quelle dei pappagalli, aperte però dal busto in su, agganciate ad un traliccio di acciaio dove entrano al massimo due persone, passano dalla partenza senza mai fermarsi, tipo seggiovia, rallentano quanto basta affinché l’operatore sempre presente, aiuti la persona a salire praticamente al volo.
La salita dura 6 minuti, 500 metri sospesi nel vuoto fino ad arrivare in cima, dove un altro abile operatore ti aiuta a scendere sempre al volo. Supponiamo che se una persona è in difficoltà per scendere o salire, le gabbiette possano fermarsi…
Lo spettacolo durante il tragitto è molto bello, si passa sopra i tetti di Gubbio e tutt’intorno la vallata. Il costo 6 euro a testa andata e ritorno(ovviamente la Basilica si può raggiungere anche a piedi ma è una discreta scarpinata) Arrivati in cima, a pochi passi dalla funivia, si trova la Basilica; alcuni scalini portano all’ingresso del chiostro, molto bello e poi all’entrata della Basilica a 5 navate più volte rimaneggiate. Sull’altare si trova un’urna che conserva il corpo del patrono della città, Sant’Ubaldo. All’interno della Basilica, diversi dipinti e belle vetrate che raffigurano scene di vita del Santo. Sulla destra rispetto all’entrata sono conservati i tre ceri protagonisti della celebre festa dei ceri, di cui stiamo per parlare.. Scendendo poco in basso prima di riprendere la funivia, troverete un punto ristoro con una terrazza con vista mozzafiato sulla valle di Gubbio. Un caffè vale sicuramente la pena!Durante la nostra visita alla Basilica di sant’Ubaldo, abbiamo avuto la fortuna di incontrare un ragazzo Eugubino, che con grande passione ci ha raccontato la storia della tradizione di questa festa.
Iniziamo col dire che, molte sono le storie legate alla nascita di questa tradizione, ma la più plausibile sembra quella legata a Sant’Ubaldo vescovo e patrono della città e protettore dei muratori.
Il 16 maggio del 1160, il vescovo morì, e tutti i fedeli iniziarono il pellegrinaggio con candele accese.
Da quel giorno ogni vigilia della morte e cioè il 15 maggio, questo rito è perpetuato per celebrarne la memoria del transito con offerte e riti religiosi. Via via le candele si sono evolute fino alla nascita degli attuali Ceri, tre macchine di legno a forma di prisma ottagonale, sapientemente decorati. Il peso dei ceri è di circa 4 quintali e l’altezza circa 3 metri, che diventano quasi cinque, una volta montata anche la statua del santo sulla sommità e considerando il ceraiolo che li trasporta.
Ogni 15 maggio, i ceraioli portano trionfalmente a spalla i tre ceri, in onore di Sant’Ubaldo. Le statue dei Santi, Sant’Ubaldo, protettore dei muratori, San Giorgio, protettore dei merciari, e Sant’Antonio Abate protettore dei contadini, sono poste in cima ai ceri.
La festa inizia però ufficialmente, la prima domenica di Maggio, quando i tre ceri, in un’atmosfera di grande allegria, vengono portati smontati insieme alle barelle che serviranno per trasportarli in processione, giù dalla Basilica fino alla Piazza Grande, al Palazzo dei Consoli. Qui staranno fino al 15 maggio
Già la sera del 14 maggio, le strade e le piazze della città iniziano a popolarsi di canti e balli e una grande allegria invade tutti i vicoli storici.
La mattina del 15 maggio, la grande allegria lascia il posto alla tensione come nelle migliori delle competizioni.
Alle 5,30 del mattino il suono dei tamburi sveglia i capitani dei Ceri, ai quali spetta il compito di organizzare tutta la giornata.
Durante la giornata ci sono riti religiosi e simbolici, feste per strada, pranzi in abiti medioevali.
Nel primo pomeriggio inizia la parte più coinvolgente: i tre ceri vengono montati sui basamenti e verso le 18 dopo la benedizione del vescovo della città, e in mezzo ad un bagno di folla, inizia la corsa vera e propria; i tre ceri vengono issati sulle barelle e i ceraioli scelti, iniziano una corsa forsennata, non priva di cadute o rotture, fino alla Basilica.
Altri ceraioli più freschi danno via via il cambio a quelli precedenti, in una sorta di staffetta fino al termine della corsa davanti alla Basilica di Sant’Ubaldo. Non esiste un ordine di arrivo, ed è vietato sorpassare il cero che precede.
In Basilica entra sempre per primo il cero di Sant’Ubaldo. Alla fine della corsa i tre ceri vengono smontati e riposti in chiesa in segno di omaggio al Santo. Mentre le tre statue dei Santi vengono riportati in città e custoditi all’interno della chiesina dei Muratori, dove i fedeli rivolgono l’ultimo saluto.
La festa dura tutta la notte.
La mattina del 16 maggio, giorno del patrono, la città si sveglia stanca ma felice e pronta per le celebrazioni del Santo patrono che tutti gli Eugubini portano nel cuore: Ubaldo.
La tradizione dei ceraioli, si tramanda di padre in figlio.
Per insegnare ai più piccoli questo ruolo di grande onore, vengono organizzate in periodi successivi alla festa del 15 Maggio, altre due corse dei ceri: una per i ragazzi fino a 14 anni e una per i bambini più piccoli.
Ovviamente i Ceri usati sono più piccini.
Per gli abitanti di Gubbio, i ceri rappresentano la metafora della vita: durante la corsa, possono cadere e rompersi, ma si devono rialzare e continuare la corsa, proprio come succede nella vita, dove si può cadere e farsi male, ma ci si rialza e si va avanti.La nostra gita fuori porta nella splendida Gubbio è giunta al termine.
Ritornando al parcheggio da cui eravamo partiti, non possiamo non soffermarci nella piazza da cui si può godere di una splendida vista sulla città alta con il Palazzo dei Consoli che spicca su tutto e il Monte Ingino.
Piazza dei 40 Martiri, originaria sede del mercato medioevale e punto di partenza ideale per la visita della città, è stata adibita per metà a parcheggi e per una buona parte a giardino dove poter frescheggiare in completo relax.
Si chiama così in onore dei 40 eugubini che furono uccisi dai tedeschi nel 1944.
L’edificio che salta all’occhio sul lato nord della piazza è il Loggiato dei Tiratori. La sua origine risale al trecento quando si chiamava “Spedal Grande” ed era appunto l’ospedale della città rimasto attivo fino agli inizi del 1600.
Verso la metà del 1600 la Corporazione dei Tessitori della Lana, fece aggiungere il Loggiato dei Tiratori della Lana, andando a sormontare il precedente edifico e che veniva utilizzato per “tirare” i panni, ossia tendere i tessuti per fargli raggiungere la dimensione desiderata. Il Loggiato è ancora oggi visibile in tutta la sua grandezza. Dalla parte opposta della Piazza sorge la Chiesa di San Francesco, l’unica chiesa a tre navate della città. Oggi ospita la Pinacoteca comunale.Alla prossima!!
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